Lettera d’inizio estate agli operatori Caritas della diocesi di Padova

Cari amici,

vi scrivo all’inizio dell’estate, come di solito non si fa in questo periodo – normalmente dedicato a consuntivi e bilanci – per provare a proiettarci insieme sul nostro futuro di Caritas, inseriti nel cammino della nostra Chiesa diocesana e per desiderare insieme nuove possibilità e orizzonti vastissimi!

Siamo passati attraverso il periodo della pandemia – in verità sappiamo che non possiamo ancora considerarlo concluso – e ci rendiamo conto che siamo cambiati, che abbiamo mutato il nostro modo di considerare la realtà, che sentiamo il peso greve di una fatica che stentiamo a smaltire. Ci sembra però che questo sia anche un momento propizio per osare, chiedere, sperare, sognare e ipotizzare qualcosa di nuovo, qualcosa che, a partire dalle contraddizioni della nostra vita di prima, possa mettere in atto un qualche evangelico cambiamento per l’oggi e per il futuro.

Alcune scelte auspicabili:

  1. Immergersi con fiducia nelle dinamiche del sinodo diocesano. Il sinodo annunciato recentemente dal nostro vescovo è un evento che ci auspichiamo possa essere “evento di popolo” nel quale il popolo di Dio – laiche e laici, consacrate e consacrati, diaconi, presbiteri e vescovo – possa discernere insieme la direzione in cui orientare il cammino della nostra Chiesa diocesana in obbedienza allo Spirito. Ci auguriamo possa essere un’esperienza di ampia partecipazione, sentita da tutti come esperienza di Chiesa, di popolo: esperienza in cui ci si disponga a mettersi in ascolto gli uni degli altri e tutti insieme dello Spirito. Acquisire la consapevolezza che lo Spirito parla alle chiese è il punto di partenza per disporci all’ascolto, con umiltà, con attenzione, con la disponibilità a lasciarci stupire e condurre. Che apporto siamo chiamati a dare a questo processo in quanto operatori della carità, della Caritas? Ecco alcuni suggerimenti:
  • Ognuno di voi partecipi ad uno dei gruppi sinodali organizzati in parrocchia;
  • Esercitate nei gruppi sinodali la vostra capacità di ascolto, quella che utilizzate con le persone che si rivolgono alla Caritas. Non partecipate primariamente per parlare ma per ascoltare, sarà un’esperienza unica ed arricchente perché dall’ascolto reciproco ognuno ha la possibilità di imparare. Quando parlate fatelo con discrezione e con umiltà, dite parole sagge, ben ponderate!
  • Se ve la sentite e pensate di esserne in grado proponetevi al vostro parroco come facilitatori/facilitatrici di uno dei gruppi sinodali;
  • Individuate tra le persone che si rivolgono ai vostri servizi caritativi alcuni che potrebbero dare il loro apporto nei gruppi sinodali, fate loro la proposta di farne parte, ditegli che il loro contributo è importante. Non presentateli come persone assistite dalla Caritas, o peggio, come poveri, perché non si sentano etichettati, ma liberi di dare il loro contributo come chiunque altro;
  • Pregate per il sinodo e fate pregare anche coloro che accompagnate perché la preghiera dei poveri è ascoltata da Dio con particolare attenzione.
  1. Riqualificare le relazioni con le persone che chiedono aiuto alla Caritas. Il prima-della-pandemia era caratterizzato dall’efficienza e dall’attivismo, da una buona capacità di “risolvere i problemi”, di fare numeri, un po’ come li fanno le aziende. Il durante è stato periodo di emergenza. Il post come sarà? Come possiamo riqualificare le relazioni con i nostri interlocutori? Come possiamo coglierci come un “noi” nel quale anche loro siano presenti con il loro protagonismo e apporto? Come possiamo sentirci poveri con i poveri? Come possiamo percepire anche i loro bisogni immateriali e tra questi anche quelli spirituali e di fede? Come possiamo vivere il nostro servizio come una forma di pre-evangelizzazione (escludendo ogni proselitismo)? A questo proposito i numeri 198-201 di Evangelii Gaudium sono illuminanti per qualificare l’esperienza di carità in quanto esperienza nello Spirito ed eminentemente evangelica.
  2. Riflettere per interiorizzare ed aderire al codice etico di Caritas. La nostra adesione a Caritas non può mai essere data per scontata. Cambiano i tempi, il mondo evolve, l’attualizzazione del vangelo dipende dal nostro contesto di vita che muta continuamente… Ritorneremo su questo argomento nei prossimi mesi e nei prossimi anni ma iniziamo fin d’ora a confrontarci con gli elementi essenziali della Caritas e chiediamoci con serietà quale conversione di mentalità e di comportamenti dobbiamo operare per “stare dentro” con coerenza e determinazione a questo organismo pastorale.
    Caritas Italiana ha adottato il codice etico elaborato da Caritas Internationalis “Impegnarsi a vivere secondo i nostri valori” (vedi il testo integrale). Usiamo questo testo per un lavoro di consapevolezza personale!

Vi lascio questi tre compiti sapendo che anche durante le vacanze l’impegno di solidarietà e di riflessione continua per tutti e che l’appartenenza a Gesù Cristo è di ogni tempo e momento, a Lui che continua a ripeterci: Venite a me, voi tutti che siete stanchi e oppressi, e io vi darò ristoro. Prendete il mio giogo sopra di voi e imparate da me, che sono mite e umile di cuore, e troverete ristoro per la vostra vita. Il mio giogo infatti è dolce e il mio peso leggero” (Mt 11,28-30).

Vi auguro di cuore di trovare, durante il prossimo periodo estivo, occasioni per dare ristoro al corpo, alla mente e allo spirito e vi ringrazio per l’esempio di dedizione che siete per le vostre parrocchie e per noi di Caritas diocesana.

Un abbraccio fraterno

Lorenzo Rampon