Emergenza Gaza. Aggiornamento per le Caritas diocesane (n.2)

CONTESTO

Il clima in Terra Santa resta piuttosto preoccupante e vi è il timore che la guerra possa divampare di nuovo. Continuano le tensioni in Gerusalemme intorno alla Moschea di Al Aqsa, Sheikh Jarrah e nella Città Vecchia. Persistono anche scontri localizzati in Cisgiordania e nelle città miste araboebraiche in Israele. In tutta la Striscia di Gaza si sono tenute varie manifestazioni per celebrare quella che è considerata una vittoria, per seppellire i morti e per onorare i martiri. Parti del nord e dell’est della Striscia di Gaza sono state gravemente danneggiate con intere aree totalmente distrutte. C’è il timore di ulteriori feriti o decessi a causa dei residui esplosivi cosparsi nell’area.

Gaza

La Striscia di Gaza si trova sulla costa orientale del Mar Mediterraneo, confina a sud con l’Egitto e a nord e a est con Israele. Ha una popolazione di oltre 2 milioni di persone in un’area di circa 378 km2 ed è tra i luoghi più densamente popolati al mondo con oltre 5.000 persone/km2 e, in alcuni campi profughi, fino a 15.000 persone/km2. Dal 2007, anno in cui Hamas ne ha ottenuto il governo, è sotto un rigido embargo da parte di Israele che controlla lo spazio aereo, marittimo e terrestre salvo una piccola sezione a sud confinante con l’Egitto. La popolazione, dunque, viveva già in condizioni estremamente difficili prima della guerra esplosa tra il 10 e il 20 maggio 2021 che ha esasperato la situazione paralizzando le infrastrutture del sistema sanitario e riducendo ulteriormente la qualità della vita rendendola letteralmente insostenibile per la sopravvivenza senza interventi immediati. La pandemia del Covid-19 e i conseguenti lockdown hanno aggravato una situazione economica già disperata. A Gaza il 53% della popolazione vive sotto la soglia di povertà; il 52% è disoccupata; il 62% vive in condizioni di insicurezza alimentare e l’85% dipende dagli aiuti internazionali.

 

La guerra ha causato 254 vittime di cui 12 israeliani e 242 palestinesi tra cui 66 bambini, 39 donne e 17 anziani. Sono 1.948 i palestinesi feriti, alcune centinaia gli israeliani. Secondo il Ministero dei Lavori Pubblici e degli Alloggi palestinese, a Gaza sono stati distrutti o gravemente danneggiati più di 1.800 abitazioni e unità commerciali; 14.536 unità hanno avuto danni minori. Le infrastrutture idriche, sanitarie e igieniche sono state gravemente danneggiate, in particolare 46 scuole, 2 asili, 6 ospedali e 11 centri sanitari; come anche la rete elettrica che a causa dei danni subiti può erogare solo un quarto del fabbisogno di energia. Ciò non permette il funzionamento di 3 principali impianti di desalinizzazione che forniscono acqua potabile a oltre 400.000 persone, oltre ad altri impianti minori che funzionano parzialmente. In totale si stima che sono 800.000 le persone che non hanno accesso regolare all’acqua. La gran pare degl’oltre 90.000 sfollati è rientrato nelle loro abitazioni salvo coloro che hanno avuto la casa distrutta per i quali è necessario garantire assistenza. Prima dell’attuale escalation circa 210.000 persone (una su dieci) soffrivano di forme più o meno gravi di disturbi psichici. L’esposizione alla violenza, la perdita di persone care, le frustrazioni dell’impotenza di fronte all’aggravarsi della povertà, la disoccupazione, l’insicurezza, hanno inciso ulteriormente sulla salute mentale di moltissime persone.

IL PIANO DI INTERVENTI

Il cessate il fuoco proclamato la notte del 21 maggio 2021 ha permesso l’accesso a Gaza del personale di Caritas Gerusalemme e la possibilità di elaborare un primo piano di interventi d’urgenza in ambito sanitario e supporto psicologico. L’infezione da Covid-19 sta ancora imperversando nella Striscia di Gaza, per questo sono compresi anche interventi di prevenzione e trattamenti di base per i malati di Covid.

Il programma predisposto da Caritas Gerusalemme in coordinamento con il Ministero della Salute, della durata di 2 mesi, è rivolto a 2.200 famiglie tra le più vulnerabili (12.540 persone):
5.800 bambini, 3.380 donne; 2.300 uomini; 500 disabili; 560 anziani.

Gli interventi riguardano:

  • assistenza sanitaria di base
  • trattamento delle malattie acute o croniche a circa 3200 persone
  • visite a domicilio a cica 500 malati o disabili costretti a letto
  • visite prenatali a circa 3000 donne
  • analisi cliniche a circa 2000 persone
  • fornitura di farmaci essenziali
  • medicazione di ferite e fornitura di antibiotici a circa 400 persone rimaste ferite negli scontri
  • orientamento a servizi sanitari secondari dove necessario
  • distribuzione di kit igienici e dispositivi di protezione da Covid-19 a circa 220 famiglie – educazione sanitaria e formazione sulla prevenzione delle infezioni e l’igiene ambientale

Caritas Gerusalemme attua gli interventi sopra elencati attraverso 5 cliniche mobili e una struttura fissa, con personale sanitario specializzato (medici, infermieri, farmacista, tecnico di laboratorio, operatori sanitari). La Caritas fornisce l’assistenza medica di emergenza e sanitaria di base ai pazienti per ridurre al minimo l’afflusso negli ospedali che sono già al collasso. I beneficiari vengono selezionati dando priorità alle seguenti categorie:

  • sfollati interni
  • anziani – disabili
  • malati cronici
  • famiglie con capo famiglia un minore
  • orfani e minori vulnerabili
  • famiglie con capo famiglia una donna
  • donne incinte o in allattamento
  • minori non accompagnati
  • famiglie che hanno perso un proprio caro
  • famiglie con familiari feriti

Caritas Italiana collabora da anni con Caritas Gerusalemme, per interventi sanitari nella striscia di Gaza, gemellaggi, pellegrinaggi solidali, rafforzamento della rete parrocchiale. Caritas Italiana sostiene gli interventi d’urgenza descritti in precedenza in coordinamento con la rete Caritas internazionale, grazie alla solidarietà di singoli e comunità espressa con offerte in denaro.

Il costo complessivo del programma per 2 mesi è di 250.000 Euro e si compone delle seguenti voci principali:

  COSTO IN EURO  % SUL

TOTALE 

Interventi sanitari (farmaci, materiale sanitario, kit igienici, dispositivi di protezione, sanificazione, trasporto) 176.440 71%
Personale medico e sanitario 47.066 19%
Costi di attuazione e supporto del programma in loco* 26.069 10%

(*) Comprendono i costi nel paese per coordinamento, gestione, monitoraggio, comunicazione, valutazione dei bisogni, logistica, necessari all’attuazione degli interventi in loco

A titolo indicativo, di seguito il dettaglio del costo unitario medio di alcune attività che si possono sostenere con un’offerta a Caritas italiana:

VOCE DI COSTO COSTO UNITARIO
Costo medio di famaci e materiale sanitario per una persona 10 €
Costo di un kit igienico 6 €
Costo delle spese di sanificazione per un mese 1.265 €
Costo di un medico per un mese 823 €
Costo di un’infermiera per un mese 481 €
Costo di un tecnico di laboratorio per un mese 481 €
Costo di un farmacista per un mese 557 €

Costo di un operatore sanitario per un mese                                                  481 €

La piena attuazione del  piano  di intervento e il numero di destinatari effettivi che si potranno raggiungere dipende dalle risorse raccolte. Per questo motivo Caritas Gerusalemme ha lanciato un appello agli organismi caritativi internazionali

A tal fine è stato lanciata una raccolta fondi tramite i consueti canali di Caritas Italiana con causale: “Emergenza Medio Oriente”.

INDICAZIONI PER LE CARITAS DIOCESANE

Anche per questa crisi è importante che la solidarietà mantenga un’attenzione oltre l’immediato data la complessità e l’elevata vulnerabilità pregressa della popolazione. Per questo motivo è già previsto il lancio di un ulteriore piano di interventi di 12 mesi a seguire quello descritto in precedenza.

Data l’entità della crisi,  si è attivato il protocollo di coordinamento per le emergenze di Caritas Internatioanalis con la convocazione di teleconferenze presiedute dalla Caritas Gerusalemme, l’invio regolare di aggiornamenti, la predisposizione di appelli d’urgenza su cui concentrare le risorse provenienti dalla rete Caritas ( il  piano di azione menzionato in precedenza). Caritas Italiana partecipa a queste iniziative ed è richiesta, come di consueto, di essere punto di riferimento per la Chiesa italiana.  Caritas Gerusalemme, a sua volta, garantisce il collegamento e il coordinamento in loco con le autorità locali, le agenzie nazionali e internazionali, le altre organizzazioni umanitarie sul campo.

Di seguito alcune ulteriori indicazioni per le Caritas diocesane.

  • Per le comunità diocesane italiane la forma di aiuto possibile è la colletta in denaro destinata alle vittime del conflitto. Come in altre emergenze, sono fortemente sconsigliate iniziative di raccolta di beni materiali.
  • E’ possibile sostenere tramite Caritas Italiana gli interventi descritti in precedenza e quelli che seguiranno nei mesi successivi.
  • Ogni eventuale richiesta o intervento di aiuto da parte delle Caritas diocesane è importante sia segnalata e coordinata con Caritas Italiana.
  • Al momento non viene richiesto l’invio sul posto di personale espatriato né specializzato né di volontariato generico. Disponibilità in tal senso vanno gestite opportunamente illustrando le difficoltà e le esigenze reali.
  • Sul sito caritas.it sono disponibili i comunicati stampa, gli aggiornamenti, sugli  interventi in atto man mano che verranno definiti.  

Per ulteriori informazioni e coordinamento contattare

Ufficio Medio Oriente e Nord Africa  di Caritas Italiana tel. 0666177247/268 mona@caritas.it