Accoglienza profughi dall’Ucraina – Rev. 11/03/2022

A livello territoriale siamo stati tutti sollecitati da Prefetture, Comuni, Protezione Civile e altre realtà del terzo settore che a vario titolo stanno chiedendo aiuti e/o accoglienze per i profughi. Non essendo ancora stato tracciato un iter definito (Caritas Italiana è in attesa di indicazioni dal Viminale) e avendo registrato disomogeneità in riferimento alle indicazioni sull’accoglienza dei profughi date dalle diverse istituzioni, proviamo di seguito a fare un po’ di ordine, sapendo che saranno possibili ulteriori aggiornamenti.

Indicazioni per parrocchie che vogliono dare disponibilità di spazi a cooperative o associazioni per accoglienza profughi. Accoglienze all’interno del sistema CAS.

Se la vostra parrocchia desidera mettere a disposizione un appartamento o una struttura per accogliere profughi, consigliamo, come da indicazioni della Prefettura di Padova, di metterla a disposizione di cooperative che gestiranno l’accoglienza secondo i canoni previsti dal Ministero dell’Interno. In questo caso segnalate la disponibilità a Caritas (tel. segreteria 049/8771722 dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30). Caritas, che è in stretto contatto con la Prefettura, segnalerà la struttura disponibile o vi metterà direttamente in contatto con qualche cooperativa.

Se siete già in contatto con associazioni e cooperative convenzionate con le Prefetture per l’accoglienza dei profughi perché avete già collaborato in passato e vi siete trovati bene, potete ricontattare la cooperativa (segnalandolo comunque alla Caritas diocesana) e capire se ci si può accordare per un contratto di affitto/convenzione. Se si trova un accordo per la stipula di una convenzione e/o contratto di affitto va quindi contattato l’ufficio amministrativo economo@diocesipadova.it e p.c. a segreteria.amministrativa@diocesipadova.it della Diocesi di Padova per avere l’autorizzazione a procedere.

Riassumiamo così i passi da fare:

  • la parrocchia mette a disposizione e segnala ad una cooperativa conosciuta o a Caritas diocesana spazi per accogliere i richiedenti protezione,
  • Caritas diocesana attraverso i consorzi di cooperative del territorio individua una cooperativa sociale con competenze specifiche per la gestione dei richiedenti protezione,
  • la cooperativa individuata stipula un contratto per l’uso dei locali con la parrocchia (dopo l’autorizzazione dell’ordinario diocesano e con l’assistenza dell’ufficio amministrativo della curia),
  • la cooperativa si assume tutte le responsabilità della gestione dei richiedenti protezione (aspetti assicurativi, tecnico-amministrativi, vitto, alloggio e servizi alla persona: corsi di lingua, formazione, lavori di pubblica utilità, assistenza sanitaria, ecc.),
  • la cooperativa si impegna ad adeguare i locali per il loro utilizzo e, alla scadenza del contratto, a restituire i locali nelle condizioni in cui li ha ricevuti assumendosi eventuali spese di manutenzione/ritinteggiatura,
  • la cooperativa si impegna a informare il sindaco locale dell’avvio dell’esperienza di accoglienza,
  • la parrocchia anche attraverso la Caritas parrocchiale si attiva per creare la rete di prossimità e per offrire spazi informali di integrazione e di inserimento nella vita della parrocchia anche attraverso la proposta di semplici servizi.
  • La parrocchia monitora l’accoglienza affinché la cooperativa mantenga gli impegni presi e sia efficace nell’accompagnamento delle persone accolte.

 

Indicazioni per parrocchie che vogliono dare disponibilità di spazi ai Comuni per accoglienza profughi

Se la parrocchia è sollecitata dal Sindaco del Comune a mettere a disposizione un appartamento o una struttura per accogliere profughi, consigliamo di verificare attentamente come avverrà la gestione dell’accoglienza. Sappiamo, infatti, che i Prefetti hanno sollecitato i Sindaci, ma non sappiamo se le accoglienze che i Sindaci vi stanno chiedendo saranno poi comunicate alle Prefetture e quindi considerate accoglienze prefettizie (gestite dalle cooperative che già accolgono profughi in sistemi CAS) o se saranno gestite in modo autonomo, con la possibilità quindi che non ci siano fondi di sostegno. Il Prefetto di Padova ci ha invitato caldamente a fare in modo che tutte le accoglienze vengano gestite dalla Prefettura (anche in accordo con i Sindaci) in modo da garantire gli standard richiesti dal Ministero.

Indicazioni per le parrocchie che stanno già accogliendo in modo autonomo persone provenienti dall’Ucraina.

Se la parrocchia sta già accogliendo in modo autonomo alcune persone provenienti dall’Ucraina vi invitiamo a comunicare alla Caritas diocesana l’accoglienza e il numero degli accolti, in modo da permettere un continuo monitoraggio della situazione (tel. segreteria 049/8771722 dal lunedì al venerdì dalle 9.30 alle 12.30).

È importante comunque verificare l’idoneità degli spazi e che tutto sia a norma di legge.

Alcuni adempimenti importanti:

  1. è necessario compilare e inviare la dichiarazione di ospitalità entro le 48 ore dall’inizio dell’accoglienza utilizzando il modulo al seguente link:

https://questure.poliziadistato.it/statics/42/comunicazione-di-ospitalita-28.pdf?lang=it.

La dichiarazione di ospitalità deve essere trasmessa all’Autorità Locale di Pubblica Sicurezza della provincia dove si trova l’immobile e quindi:

  • alla Questura nei comuni capoluogo di provincia, oppure
  • al Commissariato di pubblica sicurezza o al Comune, nei comuni che non sono capoluogo.
  1. È necessario invitare i cittadini ucraini a recarsi in Questura per dichiarare la presenza in Italia.
  2. L’arrivo di cittadini extracomunitari comporta alcune attenzioni anche dal punto di vista sanitario. Vi invitiamo ad informarvi presso le vostre ULSS, ma ricordiamo che è necessario un tampone entro 48 ore dall’arrivo e un periodo di auto-sorveglianza di 5 giorni con obbligo di indossare la mascherina FFP2.
  3. Infine per formalizzare l’accoglienza non concordata è necessario contattare l’ufficio amministrativo economo@diocesipadova.it e p.c. a segreteria.amministrativa@diocesipadova.it della Diocesi in modo da avere l’autorizzazione ed, eventualmente, stipulare un accordo con le persone accolte.

È molto probabile che questo tipo di accoglienza non riceva fondi prefettizi o statali, non essendo un’accoglienza coordinata dalla Prefettura.

 

Indicazioni per parrocchie che sono a conoscenza di accoglienze presso privati

Nel caso siate a conoscenza che nella vostra comunità parrocchiale alcuni privati abbiano intenzione di attivarsi autonomamente per accogliere presso le proprie abitazioni cittadini provenienti dall’Ucraina, mettendo a disposizione stanze in un regime di convivenza, suggeriamo di attendere nuove disposizioni.

Vi sottolineiamo che è molto delicato prendersi la responsabilità di inviare, presso famiglie che si rendano disponibili all’accoglienza, profughi in arrivo dall’Ucraina non conoscendo adeguatamente né gli uni né gli altri.

Sono invece caldeggiate le accoglienze in appartamenti autonomi. Qualora un privato desideri mettere a disposizione un appartamento, consigliamo di contattare le associazioni/cooperative già convenzionate.