Mercoledì 19 dicembre 2018

FERIA PROPRIA DEL 19 DICEMBRE

Dal Vangelo secondo Luca (1,5.7)

Al tempo di Erode, re della Giudea, vi era un sacerdote di nome Zaccarìa, della classe di Abìa, che aveva in moglie una discendente di Aronne, di nome Elisabetta. Essi non avevano figli, perché Elisabetta era sterile e tutti e due erano avanti negli anni.

Riflessione

Se invece di voltarci indietro, guarderemo avanti, se invece di guardare le cose che si vedono, avremo l’occhio attento a quelle che non si vedono ancora, se avremo cuori in attesa, più che cuori in rimpianto, nessuno ci toglierà la nostra gioia.

La Bibbia, si suole dire, è tutta scandita da una proiezione verso il futuro: l’Antico Testamento è proteso verso il futuro messianico ed è per questo che le sue pagine sono piene di viaggi, di movimento, di tensione; il Nuovo Testamento, che pure è la celebrazione di una Presenza divina, finisce con lo sguardo rivolto alla Gerusalemme della speranza e con l’invocazione «Vieni, Signore Gesù!». Ho voluto che a rinfocolare in noi il fremito dell’attesa e della speranza fosse un testimone a noi vicino, don Primo Mazzolari, con queste righe raccolte nel volume “La parola che non passa”, righe che nascono da una sua predica. Questo sacerdote, vissuto in tempi ardui a livello sociale ma anche religioso, ha sempre tenuto alto il vessillo della fiducia e dell’impegno.

Tratto da: Gianfranco Ravasi, Cuori in attesa. Mattutino.

Preghiera

Tu hai voluto, o Padre, che all’annunzio dell’angelo
la Vergine immacolata concepisse il tuo Verbo eterno,
e avvolta dalla luce dello Spirito Santo
divenisse tempio della nuova alleanza:
fa’ che aderiamo umilmente al tuo volere,
come la Vergine si affidò alla tua parola.
Per il nostro Signore Gesù Cristo tuo figlio che è Dio,
e vive e regna con te nell’unità dello Spirito Santo
per tutti i secoli dei secoli. Amen

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